Come educare il gatto, ovvero come farsi ascoltare

Potrà anche sembrare una barzelletta, ma per strano che sembri è possibile farsi ascoltare dal proprio gatto. Non si è costretti ad accettare da lui/lei ogni comportamento fastidioso, o dannoso per la casa che condividiamo. Il trucco sta nell’agire trattando quelli che chiameremmo dispetti o cattiverie come segnali di un disagio, e nel cercare di affievolire quel disagio invece di costringere Micio a ignorarlo o reprimerlo, senza punirlo. Nello specifico, come educare il gatto? Qual è il modo corretto? Per offrire una risposta, ci siamo affidati nuovamente alla competente Ewa Princi.

Fonte: https://www.facebook.com/CulturaFelina.it/

Un’utile chiave di volta da ricordare, a tal riguardo, è che il gatto è motivato a ricordare molto bene sia ciò che gli porta utilità e piacere, sia le esperienze spiacevoli . Il rimprovero, come già spiegato, si traduce in una sensazione negativa e se Micio lo associa troppo spesso a noi ben presto, per lui, diventeremo i cattivi di questa storia.

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Come sfruttare invece la sua buona memoria per ciò che lo fa sentire appagato e felice?

Innanzitutto, posto e chiarito che un problema comportamentale è frutto di un disagio, vale la pena di regalargli momenti di relax. Se Micio ama le carezze, siate generosi. Se adora giocare, prendetevi tempo da dedicare a lui. In tal modo sarà automaticamente più rilassato, più a suo agio e meno propenso a quelle che definiamo marachelle.

Fonte: http://pawmettolifeline.org/

Questo non significa che, se nonostante tutto i comportamenti scorretti proseguono, si sia costretti a sopportarli. Nel momento in cui cogliamo Micio lì lì per farsi le unghie nel posto sbagliato o saltare dove non dovrebbe, una buona tattica da adottare è la seguente.

  1. Distrarlo dall’impresa che si accinge a compiere. Va benissimo l’utilizzo di un giocattolo che gli piace, così come è più che accettabile un “no” secco, un battito di mani o in alternativa un suono similare, ben udibile ma non esagerato, che catturi la sua attenzione.
  2. Una volta ottenuta la sua attenzione, proporgli un modo diverso di intrattenersi. Il che all’atto pratico significa giocare con lui un poco, o coccolarlo.

Nel momento in cui Micio ci presta ascolto e rinuncia alla sua “marachella”, è consigliabile premiarlo in qualche modo. Con un tocco del suo cibo preferito o un po’ di erba gatta, ad esempio. Così, la sua memoria associa alla rinuncia una conquista piacevole.

Questa tattica è la primaria e la preferibile tra le maniere corrette di educare un gatto.

Fonte: attackofthecute.com

Se e solo se questo metodo fallisce, è possibile tentare la pericolosa strada del rimprovero.

Rimane vietato gridargli contro apertamente, soffiare e agire in modo che Micio ci associ all’azione punitiva: è fondamentale che lo spruzzetto d’acqua volto a disincentivare la distruzione del mobile della nonna avvenga in modo che lui non ci veda come i responsabili e quindi non la associ a noi.  Soprattutto, se si sceglie questa strada è importante che il comportamento incriminato venga sempre, da tutti, sanzionato, e che ciò sia fatto entro pochi secondi dal momento in cui è accaduto.

Come è evidente, le maniere corrette di educare un gatto esistono eccome!