Florida: un uomo dovrà scontare tre anni di prigione per maltrattamento di animali

Delle leggi italiane a protezione degli animali si parla, e si continuerà a parlare, a lungo, sotto accusa come sono di essere insufficienti a garantire il benessere dei nostri amici a quattro zampe. In questa sede non ci soffermiamo sull’argomento, già trattato qui, ma vogliamo aprire una finestra sugli Stati Uniti e sul modo eccezionale in cui un caso di maltrattamento animale è stato punito.

Felicia Guy e Jerry McCallum

Felicia Guy e Jerry McCallum

L’uomo in questa foto si chiama Jerry McCallum, e lunedì 1° luglio è stato condannato a tre anni di prigione in seguito al ritrovamento all’interno della sua abitazione di 92 gatti in condizioni di vita inaccettabili. L’uomo ha patteggiato, rinunciando a dimostrare la sua innocenza, in merito ai seguenti reati: cinque reati di maltrattamento animale, due reati minori di abbandono animale e violazione di libertà condizionata. McCallum era infatti già stato redarguito, e invitato a prendersi cura dei gatti, nel dicembre 2014; una successiva ispezione del gennaio 2015 ha rivelato la presenza dei 92 animali, cinque dei quali lasciati morire tra atroci sofferenze senza ricerca alcuna di aiuto veterinario. L’arresto è avvenuto il 30 gennaio. L’uomo conviveva con una donna, Felicia Guy, che è stata similarmente accusata di crudeltà animale. I gatti, in valutazione delle loro condizioni, hanno purtroppo dovuto essere sottoposti ad eutanasia.

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McCallum e la Guy possono essere facilmente identificati come “hoarders”: si definiscono con questo termine persone che tendono a raccogliere animali dalla strada, spesso con l’idea di prendersi cura di loro, ma finiscono per esagerare e ritrovarsi con una tale quantità di animali domestici da essere incapaci di garantirne il benessere, e confinandoli negli spazi ristretti di una casa, attentare alla loro salute. Non a caso “hoarding” è una delle cause più frequenti per cui gli animali approdano nei rifugi americani come l’ACC di New York.

Non si può fare a meno di pensare che, in Italia, una condanna del genere per maltrattamento animale non sarebbe mai stata emessa. E rimanere con l’amaro in bocca.