Giocare con il gatto? Non è così banale…

Ed eccoci qui, di ritorno a casa da una lunga giornata di lavoro accolti dal nostro gatto. Dopo il dovere, il gioco è una prospettiva attraente; e chi meglio di un felino per giocare un po’? Peccato che lui non apprezzi. Consolatevi, però! Probabilmente il gatto vi richiede semplicemente tecniche di gioco più entusiasmanti, e in questo articolo noi siamo ben felici di insegnarvi a giocare con lui nel modo più soddisfacente per entrambi.

Esiste, infatti, una specifica sequenza che i gatti seguono durante il gioco, che in fondo per loro non è altro che la caccia a cui sono spinti dalla loro stessa natura. Se si pensa a quanto spesso un gatto libero di girovagare ci porti prede in dono, la cosa diventa, del resto, evidente. Prima di soffermarsi sulla sequenza del gioco, però, vale la pena di offrire un consiglio a chi ospita più di un gatto nella propria vita: i vostri gatti possono anche divertirsi a giocare insieme in autonomia, ma farli giocare in gruppo con noi come “conduttori” è sconsigliato sia perché i nostri felini sono per natura cacciatori solitari sia perché si rischia altrimenti di scatenare rivalità malsane.

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Detto questo, come gioca il nostro gatto? Tutto comincia con quell’occhiata interessata, un po’ “da pazzi”, che esibisce quando vede una qualsiasi cosa che lo stuzzica, che si muove e lo spinge alla caccia. Non importa che si tratti di una mosca o di un giocattolo fornito da noi. Un’occhiata tipo questa.

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A questo punto potrebbe sorgere spontanea la domanda: cosa utilizzare per ingolosirlo? Premesso che dipende molto anche dall’indole del gatto, la scelta migliore è in genere qualcosa che possiamo muovere dalla distanza, senza sottrarlo alle zampe e ai denti direttamente con le mani. Esempi possono essere una corda o i tipici giocattoli “a bacchetta”, in cui il giocattolo è attaccato a un’asta di media lunghezza che ci permette di manovrarlo a piacere.

Una volta ottenuta l’attenzione del micio, comunque, sarà probabilmente pronto alla caccia: è la fase predatoria per eccellenza, in cui l’obbiettivo è mettere le zampe sulla preda. Lui ne seguirà i movimenti (perché per lui il giocattolo è esattamente questo) pronto ad attaccarla e ghermirla. Molto spesso, quando sarà pronto a balzare per afferrarla, esibirà una postura del corpo simile a questa, col didietro sollevato e leggermente in movimento, nella classica posa.. “da sculettamento”.

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Il segreto in questa fase è non rendere la caccia né troppo facile, né troppo difficile: sventolare il topolino in faccia al gatto non sortirà grandi effetti, e ugualmente nasconderlo troppo lontano impedendogli di percepirne il movimento lo annoierà. Ciò accade perché per i gatti grossa parte del divertimento sta nello scovare e intrappolare la preda, per quanto breve possa essere l’appostamento precedente alla cattura. Breve o lungo che sia, deve comunque rappresentare una sfida.

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Presto o tardi, se avete fatto tutto correttamente, il micio arriva comunque al coronamento delle sue ambizioni: la preda è tra le sue zampe. E’ la fase della cattura. A questo punto, possono presentarsi due scenari: la preda può essere rilasciata e il gioco riprendere da capo, o il gatto può procedere alla cosiddetta “uccisione”. Nel primo caso, il giocattolo sarà ovviamente rilasciato e starà a noi proseguire, simulando una preda ferita ma ancora in grado di nascondersi dietro il divano o la poltrona e stuzzicare i sensi; anche qui, è importante offrire segnali uditivi per mantenere vivo l’appetito del gioco, in modo che il gatto non veda la preda ma possa individuarla e venire a scovarla.

Il secondo caso rappresenta invece la conclusione della caccia, in quanto la preda viene, ovviamente simbolicamente, uccisa: se questo è il caso, il gatto si rotola sulla schiena e agguanta la preda con tutte e quattro le zampe, mordendola.

cat playing with a ball on a white background

Dopo la conclusione della caccia, il micio potrà o meno voler giocare ancora.

Quanto durano le sessioni di gioco, dipende esclusivamente dal singolo gatto; è però fondamentale che lo si lasci anche giocare da solo, in modo che non diventi dipendente da noi per questa attività.

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