Imporre una dieta vegana al gatto equivale alla galera, nel Regno Unito

Quando si parla di croccantini vegani, è inevitabile cadere in un coacervo di opinioni contrastanti, che qualche volta sfociano nella discussione aperta. L’alimentazione e la salute dei nostri mici stanno del resto a cuore a tutti noi, e chiunque cerca, sempre, di agire per il benessere del suo felino. C’è però chi sostiene che, considerata la natura carnivora, e non onnivora per un gatto sia un maltrattamento bello e buono. Per questa ragione, nel Regno Unito, imporre una dieta vegana al gatto equivale alla galera. O almeno, così potrebbe essere presto.

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Il fulcro di questa vicenda va ricercato nell’atto di legge noto come Animal Welfare Act, secondo cui è dovere specifico dei proprietari di animali garantire assistenza e soddisfazione dei bisogni dei loro amici a quattro zampe. Tali bisogni sono riassunti in cinque capisaldi:

  • un ambiente adatto
  • interazione con altri animali
  • esercizio fisico
  • protezione da dolore, sofferenza, lesioni e malattie
  • una dieta adeguata

Proprio questo ultimo punto ha a che fare con l’imposizione di una dieta esclusivamente vegana a un gatto.

Il gatto, come ricorda anche la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, in breve RSPCA, è un animale carnivoro. Più specificatamente, necessita di taurina, vitamina A e acido arachidonico, elementi presenti naturalmente solo nella carne. L’assenza di proteine animali può causare deperimento fisico e muscolare, malattie cardiovascolari e danni al cervello e all’apparato urinario.

Se questa premessa viene considerata valida, allora imporre una dieta vegana a un gatto equivale a sottoporlo a una dieta a lui non adeguata. Crimine che, secondo l’Animal Welfare Act, è punito con sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, appunto con la detenzione.

Ecco spiegato perché nel Regno Unito una dieta vegana per un gatto equivale alla galera per il suo umano, almeno potenzialmente.

Cosa ne pensate?