La nuova legge regionale della Basilicata sulla soppressione dei randagi

Nel mare immenso delle notizie relative al mondo degli animali, merita uno spazio la nuova legge regionale della Basilicata sulla soppressione dei randagi. Si tratta davvero di un capitolo preoccupante della nostra “storia animalista”, perché mette in discussione l’articolo 117 della Costituzione, nonché la legge 281/91 a favore dei nostri amici a quattro zampe.

La Lav stessa, tramite un comunicato, e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane hanno trattato la notizia.

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Fonte: https://imgkid.com/

La legge regionale della Basilicata sulla soppressione dei randagi è nello specifico la Legge Regionale 30 novembre 2018 n. 46. Essa decreta, all’articolo 19 comma 1, che:

1. Il responsabile degli animali da compagnia o d’affezione è tenuto a denunciare lo smarrimento o la sottrazione dell’animale, entro cinque giorni, al Servizio veterinario ufficiale e alle Forze dell’Ordine.

Tenendo questo a mente, la norma contenuta alla lettera “e”, comma 1, articolo 6, assume un’aria quantomeno sinistra.

1. Le aziende sanitarie locali provvedono:

e) alla soppressione, esclusivamente con metodi eutanasici, dei cani e gatti raccolti, qualora ricorrano le condizioni di cui all’art.19, comma 1

Questo significherebbe che, qualora la scomparsa del quattrozampe di casa non venga denunciata entro cinque giorni dallo smarrimento o sottrazione, l’animale raccolto dalla strada può essere soppresso legalmente presso le Asl locali.

Tutto ciò non solo è inumano, in quanto legalizzerebbe l’uccisione di un numero impressionante di animali. Cosa può succedere a un gatto libero che semplicemente ama gironzolare un po’?

La questione resta però fumosa, perché l’articolo 21 comma 7 afferma che:

La soppressione dei gatti che vivono in stato di libertà può avvenire solo se sussistono le condizioni previste all’art. 22 comma 1 e nel rispetto delle modalità previste all’art. 22 comma 2

Piera Rosati, presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, ha commentato così l’accaduto. Secondo lei si tratterebbe di una grave svista. A riguardo ha inviato una lettera agli organi competenti.

“Allarmata dalla notizia di questa grave violazione di un principio cardine della tutela animale, ho analizzato la Legge Regionale insieme al Responsabile Diritti Animali della nostra Associazione l’avv. Michele PezoneQuello che ci è apparso evidente è un cosiddetto errore materiale, consistente in un riferimento sbagliato tra due articoli. L’articolo in cui si illustra il compito della ASL, tra i tanti, di effettuare le eutanasie, doveva fare riferimento all’articolo contenuto nella legge regionale in cui si specifica che gli animali possono essere soppressi solo se gravemente malati o incurabili, in conformità alla legge nazionale. Invece, probabilmente per una svista – che ritengo alquanto grave – fa riferimento all’articolo in cui si fissa l’obbligo dei proprietari di denunciare lo smarrimento del proprio animale entro 5 giorni, sicché la lettura combinata delle due norme porta ad un risultato aberrante.

Ho scritto quindi una lettera ai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale illustrando il problema e chiedendo di attivarsi immediatamente per emanare un provvedimento che apporti la dovuta correzione, senza aspettare il giudizio della Corte Costituzionale. Per come è formulato ora il testo, rischia infatti di essere molto pericoloso se applicato alla lettera.”

La nuova legge regionale della Basilicata sulla soppressione dei randagi è comunque già stata impugnata dal Governo. Tutto lascia pensare che la questione verrà chiarita e la norma adeguata alla nostra costituzione.