Carloforte e il caso della gattara aggredita

La vita delle gattare e delle volontarie, è noto, non è mai così facile come alcuni pensano. Più spesso che non, il brontolare dei vicini di casa non manca, c’è sempre qualcuno che non ama gli animali o almeno non li vuole a bazzicare vicino a dove vive. Non sono rare le riunioni di condominio ad argomento “gatti”. Qualche volta va anche peggio di così, perché oltre al brontolio arrivano anche le minacce, come accaduto a Brugine l’estate scorsa. E in alcuni casi ci si mettono anche le forze dell’ordine; lo sa bene la gattara di Mesagne multata di recente. Tuttavia, in un’ipotetica “gara a chi è andata peggio” forse la triste palma la vince una gattara di Carloforte, cittadina sarda allocata sull’Isola di San Pietro.

Carloforte1

Una gattara. Fonte: http://dovevofarelagattara.altervista.org/

La vicenda risale a inizio marzo 2016, e oltre alla gattara protagonista coinvolge un 40enne disoccupato. La signora, di 58 anni, si occupa di una colonia felina, non sappiamo se regolarmente registrata presso l’Asl o meno, che ha sede in via Cisterna. Ignoriamo purtroppo se il 40enne sia l’unico, a Carloforte, a storcere il naso per la presenza dei gatti. Ma comunque stiano le cose, il suo risentimento, dovuto agli odori sgradevoli lasciati in giro dagli animali, lo ha esasperato a tal punto che è arrivato ad aggredire la gattara e ferirla alla mano. Una ferita che le costerà 10 giorni di cure.

banner

Pur nello sconcerto per un atto simile, è doveroso spezzare una lancia in favore dei vicini, che hanno chiamato il 112. Conveniamo con chi pensi che è un comportamento doveroso, ma è altrettanto vero che non sempre le persone possiedono il cuore e il senso morale necessario per non ignorare una brutta vicenda. Soltanto mezza lancia, purtroppo, se la meritano i carabinieri, o meglio, la legge italiana; l’aggressione è costata sì una denuncia e conseguenze successive all’uomo, ma nondimeno si tratta di una denuncia a piede libero, vale a dire che è libero di muoversi a piacere fino alla convocazione dell’udienza e soltanto dopo rischia, in caso, la carcerazione.

Cosa impedisce ora al 40enne di ritentare il gesto, e magari con conseguenze peggiori? O di aggredire gli animali? Noi ci auguriamo che il trattamento blando di questa aggressione non porti a una vera e propria notizia di cronaca nera.